La qualità dell’aria negli ambienti indoor
- On 31 Marzo 2020
- aria, coronavirus, covid-19
Il rapporto COVID-19 dell’Istituto Superiore della Sanità.
Premessa
Il 21 aprile 2020 l’Istituto Superiore della Sanità ha emesso il “Rapporto ISS Covid-19 n.5/2020 Rev.” nel quale tratta l’argomento della qualità dell’aria negli ambienti indoor “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”.
Il rapporto fornisce una serie di raccomandazioni utili volte a mantenere un buon livello di qualità dell’aria indoor al fine di favorire il contenimento del contagio da COVID-19.
Il documento è rivolto sia a cittadini che lavoratori e le indicazioni sono rivolte sia agli ambienti di vita che a quelli di lavoro anche perché, come evidenziato sul documento stesso, con le modalità di lavoro agile i due ambienti in molti casi hanno finito col coincidere.
Modalità di trasmissione del COVID-19
Il virus COVID-19 (definito anche COV-2 abbreviazione di SARS COV-2 per differenza dal precedente virus SARS COV-1) si diffonde da persona a persona attraverso l’inalazione di goccioline (definite droplets) generate da tosse, starnuti o banalmente emesse nell’atto del parlare o del solo respirare.
Tali goccioline fluttuano nell’aria e dopo poco, in funzione delle dimensioni e dei moti convettivi dell’aria, decadono sulle superfici.
Se da un lato è accertata la trasmissione da persona a persona per mezzo droplets è al momento allo studio la trasmissione del virus per contatto con superfici sulle quali il virus si sia depositato. Il COVID-19 appartiene alla famiglia del virus SARS COV-01 del quale c’è una più matura conoscenza e che in funzione del materiale su cui si viene a trovare, della quantità di fluido biologico, della concentrazione virale iniziale, della temperatura dell’aria e dell’umidità relativa, permane sulla superficie fino a 9 giorni anche se non ne è stata dimostrata la capacità infettiva. Il COVID-19 ha analoghe capacità di permanenza ma anche in questo caso non ne è stata accertata la pericolosità: la metà delle particelle virali, in condizioni sperimentali, non sono più infettive dopo poco più di un’ora. In condizioni controllate di laboratorio il virus sembra possa essere rilevato per periodi inferiori alle 3 ore su carta (da stampa e per fazzoletti), fino a un giorno su legno e tessuti, due giorni su vetro e per periodi più lunghi (4 giorni) su superfici lisce quali acciaio e plastica, persistendo fino a 7 giorni sul tessuto esterno delle mascherine chirurgiche.
Nel nel rapporto dell’ISS vengono riportati alcuni accorgimenti volti a garantire la salubrità dell’aria e la pulizia delle superfici con un’attenzione particolare alle modalità di utilizzo dei prodotti. L’uso eccessivo e ripetuto di prodotti chimici può causare irritazione delle vie respiratorie cosa che rende i soggetti più vulnerabili a batteri e virus, oltre che di ulteriore inquinamento dell’aria stessa.
Salubrità dell’aria: i consigli dell’ISS
- Garantire, un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti domestici, in maniera naturale, aprendo le finestre e i balconi con maggiore frequenza, in considerazione del fatto che alcuni ambienti si sono trasformati in “nuove” postazioni di lavoro e di studio.
- Aprire finestre e balconi che si affacciano sulle strade meno trafficate (anche in questo momento in cui il livello del traffico è ridotto) e durante i periodi di minore passaggio di mezzi (soprattutto quando l’abitazione è ubicata in una zona trafficata) o lasciarle aperte la notte. I tempi di apertura devono essere ottimizzati in funzione del numero di persone e delle attività svolte nella stanza/ambiente per evitare condizioni di disagio/discomfort (correnti d’aria o freddo). È preferibile aprire per pochi minuti più volte al giorno, che una sola volta per tempi lunghi.
- Nel caso in cui l’abitazione è dotata di impianto centralizzato di riscaldamento (es. termosifoni dotati di apposite valvole di regolazione della temperatura), è opportuno mantenere idonee condizioni microclimatiche:
- evitare l’aria troppo secca;
- non dimenticare di mantenere un certo grado di umidità relativa nell’aria (usualmente in un ambiente indoor domestico l’umidità relativa varia dal 30% al 70%) utilizzando per es., gli appositi contenitori in ceramica sebbene, in condizioni favorevoli, possono assumere rilevanza non trascurabile i contaminanti di natura microbica (batteri, virus, parassiti, funghi filamentosi [muffe]).
- Nel caso in cui alcuni ambienti dell’abitazione siano dotati di impianti autonomi di riscaldamento/raffrescamento (es. pompe di calore split, termoconvettori ha doppia funzione con unità esterna) o di sistemi di climatizzazione portatili collegati con un tubo di scarico flessibile dell’aria con l’esterno o di impianti di climatizzazione aria/acqua con funzionamento indipendente (es. fancoil) dove l’aria che viene riscaldata/raffrescata è sempre la stessa (l’impianto o il climatizzatore ricircola sempre nell’abitazione la medesima aria), è opportuno:
- Pulire regolarmente, in base alle indicazioni fornite dal produttore e ad impianto fermo, i filtri dell’aria di ricircolo in dotazione all’impianto/climatizzatore per mantenere livelli di filtrazione/rimozione adeguati. La polvere catturata dai filtri rappresenta un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri e funghi, e comunque di agenti biologici. Evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti (es. Composti Organici Volatili), durante il funzionamento. Anche in queste abitazioni è importante aprire regolarmente i balconi e le finestre per aumentare il ricambio e la diluizione degli inquinanti, della CO2, degli odori, della umidità e dell’aerosol biologico accumulati nell’aria ricircolata continuamente nella stanza/ambiente
- Pulire regolarmente le prese e le griglie di ventilazione con panni in microfibra inumiditi con acqua e con i comuni saponi, oppure con una soluzione di alcool etilico con una percentuale minima del 70% v/v asciugando successivamente. Eliminando la polvere e la sporcizia si riduce il substrato sul quale possono crearsi condizioni favorevoli allo sviluppo e alla sopravvivenza di batteri e muffe.
I prodotti per la pulizia: cautele
Prima di utilizzare qualsiasi prodotto è opportuno ricordarsi di leggere attentamente le etichette, le istruzioni d’uso.
Rispettare le quantità raccomandate dai produttori (es. utilizzando il tappo dosatore delle confezioni dei prodotti). L’errato utilizzo o diluizione di un prodotto può ridurre l’efficacia della pulizia o portare a risultati finali inattesi. Nel caso dei disinfettanti (es. alcool etilico, ipoclorito di sodio), affinché essi siano efficaci, è necessario rimuovere preventivamente la polvere e lo sporco. Inoltre, l’uso eccessivo e ripetuto può causare irritazione delle vie respiratorie rendendo più vulnerabili a batteri e virus (controllo dei simboli di pericolo sulle etichette). Scegliere, se possibile, prodotti senza profumazione/fragranze e senza allergeni: il pulito non ha odore. Le eventuali profumazioni dei detergenti contengono Composti Organici Volatili che degradano la qualità dell’aria indoor.
Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti di ipoclorito di sodio, come la candeggina, con ammoniaca, o altre sostanze acide, ad esempio aceto, e non aggiungere ammoniaca ad anticalcare/disincrostanti. Tutti i prodotti vanno usati con estrema cautela, indossando sempre i guanti. Molti dei comuni prodotti utilizzati per la pulizia della casa se usati correttamente possono inattivare il virus COVID-
Per le pulizie quotidiane delle abitazioni, una particolare attenzione deve essere posta alle superfici toccate più frequentemente (es. porte, maniglie delle porte, finestre, tavoli, interruttori della luce, servizi igienici, rubinetti, lavandini, scrivanie, sedie, telefoni cellulari, tastiera, telecomandi e stampanti). Utilizzare panni in microfibra inumiditi con acqua e con i comuni saponi sapone e/o con alcool etilico con una soluzione di alcool etilico con un contenuto minimo del 70% v/v o con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,5% di cloro attivo per i servizi igienici e le altre superfici (es. la candeggina sul mercato è generalmente al 5% o al 10% di contenuto di cloro), e allo 0,1% di cloro attivo per tutte le altre superfici da pulire, tenendo in considerazione la compatibilità con il materiale da detergere, l’uso e l’ambiente. I detergenti a base di cloro non sono utilizzabili su tutti i materiali; di seguito i materiali compatibili con il loro uso: polivinilcloruro (PVC), polietilene (PE), polipropilene (PP), poliacetale, poliossimetilene (POM), Buna-Gomma di nitrile, poliestere bisfenolico, fibra di vetro, politetrafluoroetilene (teflon®), silicone (SI), Acrilonitrile Butadiene Stirene (ABS), policarbonato (PC), polisulfone, acciaio inossidabile (o inox), titanio, mentre acciaio basso-legato, poliuretano, ferro e metalli in genere non sono compatibili.
In tutti i casi:
✓ Eseguire le pulizie con guanti.
✓ Evitare di creare schizzi e spruzzi durante la pulizia.
✓ Quando i materiali o gli arredi non possono essere lavati (es. tappeti, moquette e materassi), utilizzare per la pulizia elettrodomestici a vapore.
✓ Arieggiare le stanze/ambienti sia durante che dopo l’uso dei prodotti per la pulizia, soprattutto se si utilizzano intensamente prodotti disinfettanti/detergenti che presentino sull’etichetta simboli di pericolo.
✓ Assicurarsi che tutti i prodotti di pulizia siano tenuti fuori dalla portata dei bambini, dei ragazzi e degli animali da compagnia. Conservare tutti i prodotti in un luogo sicuro.
✓ Appare anche utile ricordare che è opportuno evitare o limitare l’utilizzo di bastoncini d’incenso, olii essenziali, diffusori e profumatori di ambienti, in quanto emettono sostanze chimiche inquinanti (COV e materiale particellare PM10 e PM2,5). Infatti, nonostante la profumazione, aggiunge inutilmente sostanze inquinanti e degrada la qualità dell’aria indoor.
Fonte: “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2” , Istituto Superiore di Sanità – 21.04.2020